Il cuore della piattaforma hardware ¨¨ costituito dal processore Intel Core i7-6700HQ con architettura quad-core e tecnologia Hyper-threading. I quattro core operano ad una frequenza di 2,6 GHz e possono raggiungere una frequenza massima di 3.5 GHz in modalit¨¤ Turbo Boost. Si tratta di un processore con TDP pari a 45 Watt, valore indubbiamente elevato per un componente destinato all¡¯integrazione in un portatile, ma, come si dir¨¤ in seguito, il sistema di smaltimento del calore si ¨¨ dimostrato molto efficiente.Trattandosi di un dispositivo orientato ai videogiocatori, ¨¨ importante esaminare la sezione che incider¨¤ maggiormente nella gestione del software ludico ed ¨¨ subito opportuno sottolineare che ASUS ROG GL552VW integra una soluzione non di fascia alta.La GeForce GTX 960M ¨¨ un modello da tempo disponibile sul mercato, basato su GPU GM107 con architettura Maxwell di prima generazione che dialoga con i 4 GB di RAM GDDR5 (di produzione Samsung nell¡¯esemplare testato). Rispetto alle altre soluzioni mobile di NVIDIA attualmente a catalogo (si veda il prospetto sotto riportato) la GeForce GTX 960M, ¨¨ l¡¯unico modello che continua a fare utilizzo della GPU GM107, ha un numero di CUDA cores dimezzato rispetto alla scheda GTX 970M, ampiezza di banda e bus di memoria ridotto.
Asus ROG GL552V alterna in automatico (ma ¨¨ possibile intervenire anche in modalit¨¤ manuale) l¡¯utilizzo della scheda GeForce GTX 960M con la scheda grafica integrata Intel HD Graphics 530 quando non ¨¨ richiesta un¡¯eccessiva potenza di calcolo. Un accorgimento che permette di contenere il consumo di batteria quando non serve spingere l¡¯acceleratore sulle prestazioni, ad esempio durante il web browsing Il sistema Leica M ¨¨ da sempre sinonimo di essenzialit¨¤. Quando, tra il 1985 e il 1986, prima Minolta, poi Canon e quindi Nikon presentarono a brevissima distanza i loro primi modelli autofocus, le strade tra le reflex nipponiche e la telemetro tedesca, gi¨¤ diverse, presero direzioni diametralmente opposte: le prime sempre pi¨´ sofisticate e ricche di funzioni elettroniche; la seconda, ostinatamente fedele a s¨¦ stessa, anche dopo il passaggio al digitale.
Per i sostenitori del sistema M, va da s¨¦, le mancanze rispetto a una moderna reflex non rappresentano un limite, quanto piuttosto un¡¯opportunit¨¤. L'opportunit¨¤ di utilizzare un sistema compatto e immediato, che offre tutto il necessario e nulla di pi¨´, e che per questo da modo al fotografo di documentare discretamente ed efficacemente la realt¨¤ che lo circonda. Senza inutili distrazioni.
Molti utenti Leica avrebbero probabilmente definito gi¨¤ M Typ 240 come un esempio di essenzialit¨¤, ma la ricerca spasmodica del minimalismo assoluto sembra non avere mai fine per Leica; cos¨¬, dopo la parentesi costituita dalla M Edition 60 (versione celebrativa a tiratura limitata, priva di display posteriore) ecco la nuova M Typ 262 - cio¨¨ quella che Leica stessa definisce la telemetro digitale "nella sua forma pi¨´ pura e perfetta".
Tutto nasce dalla M Typ 240 del 2012, prima della serie a utilizzare il sensore CMOS formato 35mm da 24 Megapixel comune a tutta la recente famiglia. Da lei derivano la M-P Typ 240, con buffer raddoppiato a 2 GB, la Monochrom Typ 246, e ora la M Typ 262 che, in sintesi, rinuncia alle registrazione video e al Live View (impossibile quindi utilizzare il mirino elettronico opzionale come alternativa al mirino a telemetro) e che, grazie alla calotta superiore in alluminio anzich¨¦ in ottone, ¨¨ di 80g pi¨´ leggera (600g contro 680g).
Ogni anno i grossi colossi del settore degli smartphone si confrontano con line-up ormai consolidate: sul fronte Android Samsung ha la sua gamma di dispositivi Galaxy S, HTC i suoi One M, Sony i modelli della serie Xperia Z e prossimamente gli Xperia X. Poi c'¨¨ LG che affronta il mercato con i suoi dispositivi "serie G", di cui abbiamo visto al Mobile World Congress l'ultima iterazione nota come LG G5. Durante lo scorso anno, per¨°, la societ¨¤ ha annunciato una proposta parallela ai suoi canonici top di gamma, LG V10, caratterizzato da una peculiarit¨¤ non troppo comune sul fronte degli smartphone: il doppio display "always-on", sempre acceso.Se sul piano hardware LG V10 appare molto simile al fratellino minore G4, ¨¨ proprio la presenza del doppio display che differenzia decisamente i due smartphone, oltre ad un pannello LCD IPS sensibilmente pi¨´ grande con diagonale da 5,7". Quest'ultimo supporta una risoluzione nativa da 2560x1440 pixel, quindi Quad HD, mentre il piccolo pannello always-on si ferma a 160x1040 pixel. È inserito poco sopra rispetto al principale, proprio come prolungamento di quest'ultimo, e appena sulla sinistra si trova il doppio modulo per la fotocamera frontale, anche questa una feature abbastanza innovativa e sicuramente "sui generis".
La parte superiore risulta cos¨¬ molto complessa sul piano strutturale, e la presenza del display secondario obbliga ovviamente ad alcuni compromessi. Si perde, in altre parole, l'eccellente rapporto screen-to-body tipico della famiglia "G", con la parte superiore delle cornici (incluso il doppio schermo) che ¨¨ molto pi¨´ pronunciata rispetto a quella inferiore. In pi¨´, lo smartphone ¨¨ pi¨´ spesso e pesante rispetto alla media della categoria da 5,7", caratteristiche che purtroppo si sentono durante l'uso quotidiano. Lo spessore ¨¨ di circa 8,6mm, mentre il peso sfiora i 200g. Il tutto con una batteria integrata "standard" da 3.000mAh, non troppo generosa se consideriamo la diagonale del display.
Sotto la scocca LG V10 dispone di un processore Qualcomm Snapdragon 808, esa-core da 1,8GHz per la CPU dual-core principale. Il SoC ¨¨ supportato da un quantitativo di ben 4 gigabyte di RAM LPDDR3. Lo smartphone supporta le reti 4G LTE Cat. 6, quindi consente una velocit¨¤ massima teorica di 300Mbps in download e 50Mbps in upload, rete e operatore permettendo. Come al solito nella line-up di fascia alta di LG sono estremamente ricercate le fotocamere: la principale, installata posteriormente nella parte centrale dello smartphone, usa un sensore da 16 megapixel grande 1/2,61" con obiettivo con apertura f/1.8 stabilizzato.
LG V10 mantiene anche l'ottimo auto-focus al laser del G4, affidabile e rapidissimo, con il modulo posteriore che viene assistito da un Flash LED e una modalit¨¤ manuale che consegna una grande possibilit¨¤ di manovra durante lo scatto. Sotto la fotocamera troviamo tre tasti, due per la selezione del volume e un altro che funge da accensione/spegnimento e ha anche un lettore di impronte. Durante le nostre prove ci ¨¨ sembrato molto rapido nel riconoscimento dell'impronta, anche se a volte - non di rado - ci ha chiesto di ripetere l'operazione perch¨¦ non riusciva ad eseguire il match del dito con l'impronta salvata sul dispositivo.
Molto interessante anche la fotocamera frontale, da 5 megapixel e con due obiettivi, uno f/2.0 con campo visivo da 80¡ã e l'altro f/2.2 con campo visivo da 120¡ã. L'utente potr¨¤ scegliere quale utilizzare durante lo scatto, se vuole selfie tradizionali con il viso in primo piano, o selfie "grandangolari" in cui viene ripresa anche buona parte del paesaggio. La qualit¨¤ dei moduli ¨¨ comunque discreta e non ci aspettiamo di certo miracoli.
Decisamente gradevole a nostro avviso il design del nuovo dispositivo. Sobrio e senza troppi fronzoli, LG V10 vanta una piacevole finitura gommata sia nella parte frontale che nella cover rimovibile posteriore che ha una trama a piccoli rombi che viene suddivisa in otto quadrati pi¨´ grandi. Il materiale utilizzato dai sudcoreani ¨¨ noto come Dura Skin, sulla carta il doppio pi¨´ duro della plastica e 10 volte pi¨´ resistente dell'alluminio. Ai lati invece troviamo due appendici in acciaio inossidabile 316L che aumentano la robustezza del dispositivo dando anche un tocco sportivo al suo aspetto estetico. Togliendo il pannello posteriore si ha accesso alla batteria, che ¨¨ quindi removibile, e allo slot di nano-SIM e microSD, per la connessione alle reti mobile e per espandere lo storage integrato che ¨¨ di 32GB. Di questi ultimi al primo avvio ne troveremo circa 22 disponibili per l'uso.
Ci sono due questioni che vanno affrontate attraverso la prova del nuovo router LTE di AVM, ovvero l'apprezzatissima societ¨¤ tedesca esperta ormai da diversi anni nella realizzazioni di soluzioni di connettivit¨¤. La prima riguarda l'effettiva efficacia della connessione LTE all'interno delle mura domestiche e quindi le sue prestazioni di penetrazione negli edifici e nei vari tipi di materiali. LTE costituisce un netto miglioramento rispetto alle tecnologie di precedente generazione, come UMTS, sotto diversi punti di vista, come l'efficienza spettrale, le velocit¨¤ di trasferimento e RTT (Round Trip Time).La conclusione ¨¨ abbastanza semplice da questo punto di vista, ma la dettaglieremo ulteriormente nel corso dell'articolo: LTE costituisce un netto miglioramento rispetto alle precedenti tecnologie di connettivit¨¤ mobile, ma non pu¨° essere considerata come surrogato dell'ADSL. Le prestazioni sono ancora inferiori nella maggior parte dei casi: non sul piano teorico, per¨°, visto che LTE in condizioni ideali potrebbe arrivare fino a 326,4 Mbit/s. Poi, si sa, in ambito connettivit¨¤ tutto dipende dallo stato della rete, dalla congestione e dall'affollamento delle celle a cui si ¨¨ collegati e dalla loro gestione.